2019 - Born Free 11, California, USA
Anche per dei costruttori incalliti come noi è sempre di nuovo sbalorditivo vedere che cosa qualcuno riesce a fare con la propria moto. E al Born Free tutto quanto raddoppia. O triplica: anche solo per guardarsi in pace le modifiche classiche ci vorrebbero settimane, visto il numero di bike in esposizione nell'Oak Canyon per due giorni. In esposizione – o semplicemente parcheggiate lì.
Verniciature follemente impegnative
tipo deep space, accanto a serbatoi che sembrano appena tirati fuori dallo sgangherato capanno degli attrezzi di nonno. Coperchi filtro aria ribattuti a mano; teste cilindro artisticamente incise, nonostante che già di per sé erano delle rarità; delle luci posteriori che fanno invidia a ogni restauratore di US-car... o qualcosa come questo chopper Shovelhead dai coperchi bilancieri aperti e altre modalità per guardare dentro le interiora di un Big Twin – roba che altrimenti si vede solo negli esplosi dei manuali di riparazione. E l'accrocco cammina!
Non si vorrebbe essere nella pelle
di un membro della giuria, obbligato a decidere chi sia il Best of Show. Già solo per gli "Invited Builder" era impossibile stabilire quale moto fosse migliore delle altre.
Questa totale libertà di poter
mettere in dubbio tutto quel che fa Harley una Harley, di farlo più bello, di farlo meglio, o semplicemente diverso da quel che finora altri hanno fatto – di questo il Born Free rappresenta ogni anno l'apoteosi. E anche se tante altre manifestazioni mostrano motocicli grandiosi: Born Free è l'inno di mille voci all'inventiva delle persone e allo smanettamento senza freni ne confini.