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2018 - Glemseck 101, D

2018 - Glemseck 101, D

Chi va al Glemseck 101 sa, grosso modo, quel che l’aspetta: gomma bruciata, motori urlanti, molte costruzioni in proprio, gran trambusto di marchi, buon umore, insomma: un raduno famoso – dove però le Harley giocano un ruolo, per dirla blanda, subordinato.

Ma è comunque una carrellata impressionante di macinini tedeschi, europei e giapponesi – e di tutte le loro mescolanze e particolarità, da NORZUKI fino al mostro sprint interamente cucito a mano. Per non parlare delle bike dei visitatori.

Qui, coloro che riescono a togliersi gli occhialia specchio interno Harley,

scoprono una gran massa di roba ispirante al di là delle antiquate filosofie metriche/pollici.

Poi, suddivisi in un’infinità di categorie, si corrono dei duelli sull’ottavo di miglio, lungo una parte della leggendaria pista Solitude. Anche se lì la faccenda si fa brutale e sul filo e selvaggia, accanto alla pista e prima e dopo tutto è in realtà una festa del buonumore di teste di benzina e cervelli da costruttori, che per una volta vogliono andare al massimo.

Anche se quest’anno sulla linea di partenza c’era

un avversario impossibile da staccare: il meteo. Almeno il sabato è rimasto asciutto, con la visuale libera da ombrelli sulle Starr Wars, l’ottavo di miglio delle bike a telaio rigido. E giààà, ci sarebbe pure qualche grumo di ferro di Milwaukee. Ma a prescindere – Glemseck 101 dovrebbe trovarsi in prima linea di partenza dentro ogni agenda da motociclista.